Gianfranco Segoloni

i Dodici artisti in Deruta (11)
18 marzo 2022

Gianfranco Segoloni

da tutti conosciuto come Franco, nasce a Torgiano il 13 ottobre 1944 da umile famiglia, ultimo di 7 fratelli.

Vive e cresce a Pontenuovo ed all’età di 14 anni inizia l’apprendistato presso un laboratorio di sartoria.

A 15 anni nasce la sua passione per la ceramica e comincia a lavorare presso la fabbrica Volpi dove si forma come pitto[1]re e decoratore.

Dopo il fallimento della ditta Volpi, all’inizio degli anni Settanta, viene assunto dalla ditta Gialletti Virgilio, in seguito diventata Gialletti Giulio, dove rimarrà fino alla pensione, partecipando attivamente allo sviluppo e realizzazione di tante decorazioni ancora oggi in produzione.

Nonostante l’impegno lavorativo, il suo tempo libero, lo ha sempre dedicato alla realizzazione di produzioni importanti e di grande difficoltà.

Grazie all’amicizia e agli insegnamenti del maestro Romano Ranieri, è riuscito ad esprimere la sua personalità artistica, donando alle sue opere dolcezza, raffinatezza e unicità, rendendo riconoscibile il suo tocco al primo sguardo.

Si è sempre confrontato e ha collaborato con altri maestri derutesi come Gianfranco Lamincia, Claudio Monotti e Mario Sambuco.

Molti sono stati i suoi allievi e colleghi che lo ricordano come una persona solare, di grande generosità artistica e competenza.

Ha collaborato e realizzato opere per il Vaticano, diversi conventi francescani e la Nunziatura apostolica di Roma dove è presente una delle sue opere più importanti: La consegna delle chiavi del Perugino.

Nel 2015, insieme alla Ditta Gialletti Giulio, ha decorato l’anfora decorata con il Raffaellesco situata sulla rotonda più grande della sua amata Deruta, realizzata dal torniante Agostino Veschini.

Foto con Vaso

Icone e scene sacre da lui realizzate, sono presenti nei cimiteri della zona, le più importanti in quelli di San Niccolò di Celle, Deruta e Perugia.

La sua attività artistica ha visto privilegiata la riproduzione di capolavori del passato, in particolare del Rinascimento italiano, su mattonelle e piatti, con attenzione anche a raffigurazioni in stile Liberty.

Le numerose serie da lui realizzate di piatti da pompa con gentiluomini e belle donne rinascimentali sono arricchite con bordi, ornati e grottesche tipici della cultura derutese, caratterizzati da particolare eleganza e freschezza.

È stato tra i più esperti decoratori artigiani di Deruta: era infatti specializzato sia nella pittura figurativa, che nella realizzazione dei decori classici derutesi, come il Raffaellesco, il Ricco Deruta e l’Arabesco; la sua esperienza, combinata a tanta passione e doti innate, gli ha permesso di realizzare anche decori fitomorfi, con fiori e frutta.

profilo

Nel corso della sua carriera è stato sempre un punto di riferimento per molti artigiani e ha realizzato pezzi importanti per mostre a tema organizzate per rivalutare l’artigianato derutese.

Da ricordare la partecipazione nel 2008 alla mostra Deruta interpreta Pintoricchio con la grande anfora decorata con raffinate grottesche e una Testa di moro, dettaglio tratto dalla scena con Pio II giunge ad Ancona per dare inizio alla crociata realizzata da Pintoricchio nella Libreria Piccolomini di Siena.

Muore all’età di 71 anni, il 12 ottobre 2016, dopo una breve malattia.


 

 

Alcune sue creazioni:

 

La Piuma di Alfons Mucha, ceramica, 75x45 cm


 

 

Venere di Sandro Botticelli

Venere di Sandro Botticelli, ceramica, diam. 52 cm


 

 

Diana e Endimione di Annibale Carracci, ceramica, diam. 60 cm


 

Madonna del cuscino verde di Andrea Solario, ceramica, 60x48 cm


 

 

Cristo Morto di Andrea Mantegna, ceramica, 78x72 cm