Scrivo qui il mio ricordo di te.

Non avrei mai pensato che te ne saresti andato così presto.

Eri ammalato e sofferente ma, il tuo modo di prendere la vita e vedere la morte con leggerezza, mi faceva sempre sembrare una recondita ipotesi l’eventualità che ci avresti lasciati così presto.

Hai portato il tuo sorriso ovunque pur sapendo che ogni giorno poteva essere l’ultimo.

Mi lasci un grande insegnamento: sorridere di gioia ogni giorno per il dono della vita senza mai temere la morte.  Esatto ! Senza mai temere la morte !

Ricordo quelle sere insieme in cui mi chiedevi di “salvare su di una chiavetta” i referti dei tantissimi esami che eri costretto a subire.

Con serenità ne commentavi  le loro implacabili sentenze:  il tuo cuore presto avrebbe smesso di battere.

Io rabbrividivo senza farmi accorgere da te,  tu invece avevi la serenità in viso di chi ha già vinto la paura di morire.  O forse eri contento perché Dio ti aveva donato 18 anni di vita che non avresti avuto se non ti avessero trapiantato un cuore nuovo…

Con te ricordo anche la nostra fanciullezza. Le partitelle di calcio all’Oratorio. Le sere a parlare del domani, del lavoro, del Bar, delle ragazze. Avevamo la vita davanti ed eravamo felici nel pensarla infinita !

Tante volte con la tua serenità e semplicità nell’affrontare la vita mi hai fatto riflettere sul non senso a percorrerla freneticamente. Grazie anche per questo Marco.

Quello che lasci a noi tutti lo si è percepito il giorno del tuo funerale. Nei visi delle persone e nell’aria si sentiva.  Eravamo tutti lì, in tanti, perché eri una brava persona.  Perché hai sofferto tanto e perché la malattia non ti ha fatto vivere la giovinezza come invece è stato permesso ai più. Perché hai accettato la tua croce senza mai lamentarti ed hai sempre pregato Dio perché sostenesse tua madre se mai un giorno rimanesse sola senza di te.  Non avresti mai e poi mai voluto uscire dalla vita prima di Lei.

Ora Marco voglio salutarti ringraziandoti per la tua amicizia. Ti porterò sempre nei miei pensieri e nelle mie preghiere.

P.S. :  sai una cosa?   Ho riguardato per giorni e giorni quei messaggi su watsapp che ci siamo scambiati prima che ti portassero in sala operatoria per impiantarti un altro cuore. L’ultimo era il mio. Era scritto:   "adesso spegni il telefono e vai… sono con te.   Appena potrai fammi sapere..."

 (non mi hai più risposto...)

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza

Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Il tuo amico Henry Scott Holland